Nel corso di questa estate il Tribunale di Cagliari ha emesso due sentenze per il Condominio di Torre delle Stelle, ma solo una delle sentenze è stata resa nota ai condomini, eppure le argomentazioni e le richieste di chi ha promosso le cause sono le medesime, come uguali sono le pronunzie della Cassazione che il Giudice di Cagliari ha utilizzato per motivare la sua decisione.
La Società I Borghi ha taciuto sulla sentenza emessa il 17 giugno 2016 (la prima) e reso pubblica la seconda del 21 luglio 2016 (ne abbiamo parlato nei due precedenti articoli: Le strategie di chi a Torre delle Stelle non vuole pagare le quote condominiali e Torre delle Stelle: chi paga e chi non paga).
La nostra interpretazione della scelta operata dalla Società I Borghi è la seguente: esisteva una primaria urgenza di far cassa con i versamenti dei condomini ed è stata pubblicata la seconda sentenza evidenziando la decisione del Tribunale sulla “obbligatorietà del pagamento delle quote condominiali”, così molti condomini hanno versato i 400 euro richiesti dall’amministratore giudiziario. L’altra sentenza è invece rimasta nel “cassetto”, forse per dovere di riconoscenza agli “amici”.

Sicuramente pochi lo ricordano, ma nel lontano 2005 (undici anni fa) un gruppo di proprietari che si qualificano “non condomini” aveva promosso una causa per ottenere dal Tribunale di Cagliari una sentenza che dichiarasse:
- gli immobili di loro proprietà esclusiva non facenti parte di alcun condominio
- gli atti deliberativi del Condominio Torre delle Stelle nulli
- tutti i pagamenti eseguiti e quelli che il Condominio pretende non dovuti
- la condanna dell’amministratore in persona alla restituzione delle somme ricevute.
I 29 proprietari citarono in giudizio personalmente l’ex amministratore e non il Condominio.
Da notare che nell’anno 2005 il Comune di Maracalagonis non aveva deliberato l’acquisizione delle opere di urbanizzazione (del 2010), non si era pronunciato il Tar né il Consiglio di Stato, il geom. Arca era amministratore da soli due anni e la stragrande maggioranza dei servizi era gestita dal Condominio, ma nonostante ciò le azioni erano, già da allora, indirizzate alla persona e non all’amministratore come rappresentante del Condominio.
Per chi segue da anni le annose vicende del nostro Condominio non è una novità.
I cosiddetti “non condomini” hanno sempre preferito la personalizzazione della “guerra” al Condominio. Identificare il Condominio nel solo amministratore e nei rappresentanti di zona dava maggiori possibilità di trovare alleanze. E’ più semplice fare la guerra al singolo che verso tutti i proprietari, ossia il vero Condominio.
La prova della datazione delle ostilità è contenuta nella richiesta di nomina dell’amministratore giudiziario:
“I predetti hanno proposto ricorso tendente alla nomina di un Amministratore giudiziario a causa del contrasto sfociato in numerosi contenziosi giudiziari, fin dagli anni 1990, riguardo l’inutilità del condominio ed il conseguente rifiuto di corrispondere le quote c.d. condominiali, in quanto le relative spese attengono ad oneri oramai di pertinenza pubblica.”
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